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Santo Ujöp Freinademetz - missionario e santo 1852-1908

«La lingua che tutti comprendono è l'amore»

Nato il 15 di Aprile 1852, a Oies, frazione di Badia, come quarto di tredici bambini; nessuno poteva immaginare cosa avrebbe rappresentato 150 anni dopo per la Ladinia e per tutto il mondo cristiano. Finita la scuola elementare andò a Bressanone per frequentare le scuola tedesca e subito dopo il ginnasio. Già da giovanissimo, durante i suoi studi lontano dal suo paese, maturò in lui il forte desiderio di diventare prete. Nel 1872 iniziò il seminario, dove ebbe la possibilità di ascoltare numerosi racconti di missionari, questi racconti acrebbero in lui la consapevolezza del bisogno di aiuto in giro per il mondo. Dopo aver svolto la sua santa messa novella, Ujöp fu chiamato come cappellano a San Martin de Tor (San Martino in Badia). La gente del posto gli voleva un gran bene e lui era molto attaccato agli abitanti di San Martin. Nonostante ciò nel suo profondo sentiva il bisogno di dedicarsi alle missioni e nel 1875 inviò una richiesta al fondatore della Casa delle missioni a Steyl, Pater Janssen. Quest ultimo organizzò un incontro con Ujöp Freinademetz e rimase impressionato dalla sua convinzione e spirito per le missioni, ma non diede a lui la sua approvazione. In seguito alla richiesta, da parte del vescovo di Bressanone, di missionari per l’istituzione di Pater Jannse, il parroco di Brunico fece pressione affinchè quel occasione venisse data a Ujöp Freinademetz, anche in qualità di conoscitore di molte lingue. Il vescovo acconsenti con le seguenti famose parole:” Il vescovo di Bressanone è contrario, ma il vescovo cattolico approva!” Quindi dopo un anno di novizio, Freinademetz diventò membro del SVD, Societas Verbi Divini.

Nel marzo 1879, dopo essersi congedato con grande dolore dalla sua famiglia e dai suoi amici, iniziò il suo viaggio verso la Cina in compagnia del signor Johann Baptist Anzer. Il vescovo Raimondi li assunse a Hong Kong e illustrò loro il mestiere di missionario in una terra, per loro, del tutto sconosciuta. In brevissimo tempo Ujöp Freinademetz dimostrò dedizione come missionario e conquistò la fiducia e il cuore della gente del posto, anche se una parte di loro lo odiava. La parte fanatica del cunfucianesimo organizzò un attentato nei suoi confronti. In quell’occasione fu legato e buttato in un fiume, si salvò miracolosamente. Dopo aver medicato e guarito la figlia dell’amministratore della città, ricevette il suo sostegno e potè dedicarsi al suo lavoro con più tranquillità.

In occasione del 25esimo iubileo della fondazione SVD, fu invitato a Steyl ma dovette rinunciare per il crescente disordine in Cina; i conservatori avevano messo in atto una rivoluzione nei confronti dell’imperatore e dei riformisti. Questa rivoluzione comportò la morte di numerosi cristiani, ma Ujöp Freinademetz rifiutò di fuggire con i suoi compagni sopravvivendo per miracolo alla rivoluzione, pur essendo stato torturato e perseguitato. Finita la rivoluzione l’evangelizzazione iniziava a portare i frutti, erano 20.000 le persone battezzate a sud del Shantung. Il missionario si identificava così tanto con i Cinesi da darsi un nome cinese Fu Shenfu (sacerdote della felicità, oltre che ad assumerne completamente lo stile di vita. Arrivò anche la malattia a cercare di limitare l’impegno di Freinademetz, ma lui continuò imperterrito con il suo lavoro peggiorando la sua già precaria condizione di salute. Così il 28 gennaio del 1908 se ne andò una grande persona per l’intera umanità. Dopo ben 30 anni di missione le sue ultime parole furono: “Sëgn vara söpert!”, che tradotto significa: adesso andrà per la salita.

In occasione del 100° iubileo della Società Verbi Divini, il 19 di ottobre 1975, il fondatore pater Janssen e Ujöp Freinademetz furono proclamati da Papa Paul VI beati. La festa del beato Ujöp Freinademetz venne fissata il 29 gennaio. Il 5 ottobre del 2003 Ujöp Freinademetz venne proclamato santo dal Papa Jan Paul II. Santo Ujöp Freinademetz diventa così il primo santo ladino e il primo santo di tutto l’Alto Adige. Il 5 agosto 2008 il papa si è recato da Bressanone a Oies in pelegrinaggio. Per l’intero mondo ladino la vita di Ujöp rappresenta un motivo di grande gioia e orgoglio.

Meritano di essere letti alcuni brani tratti dal suo diario che descrivono meglio di qualunque descrizione la grandezza di questo uomo:

Ujöp Freinademetz in occasione del suo congedo con la famiglia
«Ora avanti “nel paese, culla dei miei antenati”. In un’ora e mezza mi sono venuti incontro il mio buon e vecchio papà e la mia cara mamma. Potevo leggere facilmente nei loro occhi quanto era difficile questo momento; ancora più difficile è stato il momento quando hanno saputo che potevo rimanere con loro solo due giorni. Alcuni incontri, visite alla scuola, alcune brevi parole alla comunità riunita dal parroco ecc; e la sera del secondo giorno era purtroppo giunta. La scena del congedo nella casa paterna non la voglio descrivere. Ognuno se la può immaginare; solo non dimentico che anche il missionario è come qualsiasi altro uomo che ha un cuore sensibile in petto, che umanamente pensa e prova i sentimenti umani. E inoltre vede un buon e vecchio padre, una gentile e amabile mamma, otto cari fratelli e sorelle affranti dal dolore, in lacrime … Basta! Ho chiesto la benedizione paterna, ho dato ai miei parenti la mia benedizione sacerdotale, all’altare abbiamo sigillato ancora una volta la nostra santa alleanza, e via dalla mia cara Badia, forse per non rivederla mai più.»

«Io amo la Cina e la sua gente e vorrei morire mille volte per loro... Voglio restare cinese anche in Paradiso»

«Essere missionario in Cina è un onore che non cambierei con la corona d’oro dell’imperatore d’Austria»

«La lingua che tutti comprendono è l'amore»

A Oies è possibile visitare la casa dove il santo è nato, sempre a Oies é stata eretta una chiesa a lui dedicata. Nella munt di Fanes e a Lungiarü si può visitare una capella dedicata al santo Freinademetz. Mentre in tutta la Val Badia e in molte chiese della Ladinia sono molteplici i ritratti e le forme che richiamano al santo ladino.

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